Dall'8 al 19 agosto 2026, i ragazzi dai 18 (nati 2008) ai 30 anni (nati 1996) vivranno il Cammino di Santiago.
Iscrizioni: Dal 12 novembre al 22 novembre 2025 su Sansone.
Costo: € 650 tutto compreso.
Presentazione della proposta: mercoledì 5 novembre 2025 al Centro Interparrocchiale.
Contenuto della proposta: guarda il pdf in fondo alla pagina!
Le ragioni del pellegrinaggio
Il pellegrinaggio ha una sua connotazione tradizionale ben precisa: fin dall’antichità ha a che fare con il desiderio di conversione e con anche la richiesta di perdono per i propri peccati.
Il pellegrinaggio ha una meta: un luogo santo, un luogo dove si riconosce un particolare rapporto con il Mistero, con Dio. E la meta è il riferimento di tutto il cammino, l’attrattiva che dà senso ad ogni passo. Non solo. La meta si riflette sul cammino, così che tutto il cammino parla della meta e aiuta a comprenderla meglio; il cammino è aiuto a prepararsi alla gioia finale, dove la gioia del cammino e la bellezza sperimentata raggiunge la sua pienezza.
Qual è la meta di questo Cammino? È Santiago, San Giacomo apostolo, è la tomba di San Giacomo – è un pellegrinaggio “ad limina Sancti Jacobi” –. Camminare verso la tomba di un apostolo ci fa scoprire nuovamente che la nostra fede non nasce da una teoria che qualcuno ci ha insegnato o di cui qualcuno ci ha convinto, né ha come base qualcosa di cui ci siamo convinti, ma la nostra fede in Gesù Cristo Signore, crocifisso, morto e risorto, è fondata sull’annuncio, sul racconto di un incontro straordinario che qualcuno prima di noi ha fatto e che possiamo fare (o abbiamo fatto) anche noi; un incontro per testimoniare il quale San Giacomo (il primo tra gli apostoli) e moltissimi altri dopo di lui hanno dato la vita fino all’effusione del sangue.
Noi andiamo a Santiago, dunque, per (ri)ascoltare quell’annuncio. Visitando la tomba dell’apostolo, noi andiamo da San Giacomo stesso, in una sorta di contatto tra il Cielo e la terra. È per noi la possibilità di fare un cammino alle radici della fede in Cristo. Ecco perché lungo le nostre giornate non mancheranno momenti di preghiera (come quelli per aprire e chiudere la giornata), ampi spazi di silenzio personale e comunitario (specialmente lungo il cammino) e la Santa Messa, l’incontro sacramentale con Cristo Signore, sorgente e massimo grado dell’amore per cui il nostro cuore palpita, dell’unico amore all’altezza del desiderio del nostro cuore.
Il requisito per partire non è avere una fede inattaccabile, ma lasciar emergere il desiderio che sta nel fondo del cuore e prenderlo sul serio, aperti a ciò che nella trama della realtà – fatta di rapporti e circostanze – Dio ci svelerà lungo il cammino. Sulla scia degli antichi pellegrini, che partivano senza sapere dove mangiare né dove dormire, partiamo con la stessa disposizione ad affidarci alla Provvidenza del Signore e a quello che ci donerà (anche se noi, tendenzialmente, sapremo dove dormire e non dovremmo avere problemi di cibo!). Il nostro partire è già iniziale risposta al Signore che – attraverso differenti maniere – ci sta chiamando a Sé, a convertirci a Lui.
Attenzione: partire è rischioso, è un investimento, è un dare credito all’intuizione che ci ha portato a rispondere: “Ci sono!”. Un tempo un re che decideva un pellegrinaggio rischiava al suo ritorno di non avere più il regno perché conquistato da vicino; un pellegrino che si incamminava rischiava di finire come l'uomo soccorso dal buon samaritano. Anche per noi è un rischio e un investimento: investiamo il tempo delle nostre vacanze, i soldi per le nostre vacanze. E ognuno sa cos’altro investe. Sarà tutto perduto o tutto guadagnato?
L’esito del pellegrinaggio non è già scritto, non c’è automatismo: c’è il desiderio della meta e tutta la bellezza e la fatica del cammino, aperti alla meraviglia.
«Il pellegrinaggio svolge un ruolo fondamentale nella nostra vita di fede, poiché ci toglie dalle nostre case e dalle nostre routine quotidiane e ci dona il tempo e lo spazio per incontrare Dio in maniera più profonda. Questi momenti ci aiutano sempre a crescere, perché attraverso di essi lo Spirito Santo ci modella dolcemente affinché siamo sempre più conformi alla mente e al cuore di Gesù Cristo. In modo particolare, cari fratelli e sorelle, giovani [...] ricordate che Dio ha creato ognuno di voi con uno scopo e una missione in questa vita. Approfittate dunque di questa opportunità per ascoltare, per pregare, di modo che possiate sentire più chiaramente la voce di Dio che vi chiama nel profondo dei vostri cuori. Vorrei aggiungere che oggi, molto spesso, perdiamo la capacità di ascoltare, di ascoltare davvero. Ascoltiamo la musica, le nostre orecchie sono costantemente inondate da ogni genere di input digitale, ma a volte dimentichiamo di ascoltare il nostro cuore ed è nel nostro cuore che Dio ci parla, che Dio ci chiama e ci invita a conoscerlo meglio e a vivere nel suo amore. E attraverso questo ascolto, potreste aprirvi per consentire alla grazia di Dio di rafforzare la vostra fede in Gesù (cfr. Col 2, 7), così da poter più facilmente condividere tale dono con gli altri. E infine, quando tutti voi ritornerete a casa, per favore ricordate che un pellegrinaggio non termina mai, ma sposta il fulcro sul “pellegrinaggio di discepolato” quotidiano. Siamo tutti pellegrini e siamo sempre pellegrini, in cammino mentre cerchiamo di seguire il Signore e mentre cerchiamo il sentiero che è propriamente nostro nella vita. Indubbiamente ciò non è facile, ma con l’aiuto del Signore, l’intercessione dei santi e l’incoraggiamento reciproco, potete essere certi che, fintanto che rimarrete fedeli, confidando sempre nella misericordia di Dio, l’esperienza di questo pellegrinaggio continuerà a dare frutti per tutta la vostra vita (cfr. Gv 15, 16)» Leone XIV, discorso agli insegnanti di scuole cattoliche in Irlanda, Inghilterra, Galles e Scozia e ai giovani della diocesi di Copenhagen, 5 luglio 2025